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Partiamo in direzione Moggio Udinese. Entrati a Moggio prendiamo la direzione Val Aupa seguendo le indicazioni per la Riserva naturalistica della Val Alba fino all’incrocio con il paese di Pradis.
Giriamo a destra e seguiamo la strada per la Val Alba. Proseguiamo per circa 6.5 km su strada asfalta ma stretta, facendo attenzione agli scoli per l’acqua, a volte un po’ sconnessi. Arriviamo al parcheggio sulla destra (pista forestale di fronte con sbarra) e qui parcheggiamo l’auto.
Alla fine del parcheggio parte il sentiero CAI428a che ci accoglie con un bel bosco di faggio. Il tragitto è stupendo, dopo un po’ passiamo sopra ad una grande frana che ci impressiona un po’ vista la massa di detriti scesi nel Rio Alba ma la bellezza del posto ci spinge a proseguire in mezzo a abeti e faggi meravigliosi.
Raggiungiamo il greto del Rio Alba e da qui risaliamo verso il rifugio Vualt. Proseguiamo su strada (asfaltata e cementata, a servizio del gasdotto presente lungo il tragitto) fino a raggiungere il vecchio ospedale militare; la giornata è splendida e sopra di noi le montagne che coronano la valle ci appagano la vista con le loro candide rocce. Arrivati all’ospedale militare con la mente corriamo al passato di questo luogo e cerchiamo di immedesimarci a come fosse stata la vita qui, soprattutto in inverno.
Alla fine dell’ampio spiazzo prativo dove sorge la struttura, prendiamo il sentiero che sale ai ruderi della Casera Forcjettis. Sentiero bellissimo, alterna tratti di terreno boschivo e morbido a tratti ghiaiosi. Guardando in alto, la maestosa Creta dai Rusei (1915mt) si staglia contro un cielo azzurro di una bellezza straordinaria. Proseguiamo fra tratti in falsopiano e tratti ripidi, la temperatura è gradevole nonostante sia novembre, il sole scalda quasi tutto il nostro percorso esposto a sud.
Giungiamo a un bivio dove le indicazioni ci fanno proseguire a sinistra, direzione Cjasut dal Sior. Ancora una mezz’oretta e arriveremo alla nostra meta di oggi. Un cartello invita a raccogliere un po’ di legna per portarla al Cjasut, un ciascuno non è impossibile.
Da qui in poi il panorama si apre sulla valle, il comodo sentiero prosegue verso il Cjasut (segnavia CAI 422). Ancora un breve tratto tra i mughi e davanti a noi si apre un panorama mozzafiato. In un attimo siamo al Cjasut da Sior (mt. 19742) e ci godiamo il panorama. La struttura è un ex ricovero di guerra riadattato a bivacco, accogliente e fornito (sedie, tavolo, brandine e stufa a legna). All’esterno panchine e la cisterna dell’acqua (non potabile) e un po’ di legna (da usare con molta parsimonia visto che qui in quota non ci sono alberi presenti). Altre panchine in legno sul pianoro prativo per sostare e godere della bellezza.
Sostiamo per una meritata pausa pranzo che facciamo all’esterno in quanto il bel sole caldo che ci ha accompagnato fin qui continua a scaldare. Breve visita al punto panoramico sovrastante (5 minuti dal Cjasut) da dove si gode di una vista a 360°.
Decidiamo di non tardare per non rischiare di rientrare con il buio, anche se ci dispiace scendere; considerando le condizioni meteo dei giorni precedenti (non pioggia, non eccessivo freddo quindi rischio di formazioni di ghiaccio) sono state buone, prendiamo il sentiero Palis d’Arina (contrassegnato con bollini azzurri) che ci porterà alla cima del Monte Vualt.
Il sentiero inizia in leggera discesa ma subito sale in modo accentuato verso la cima del Vualt (mt.1737, piccola sella con deviazione di pochi metri per la cima vera e propria). Superata la setta in sentiero inizia a scendere in modo deciso. Per un lungo tratto, vista la pendenza molto accentuata, è necessaria la massima prudenza.
Qualche traverso ci permette di rilassarci per un attimo; proseguiamo comunque con attenzione perché il sentiero è ampio ma esposto e solo i mughi proteggono la vista dagli strapiombi. Arriviamo finalmente a Forcella Vualt. Un magnifico bosco di faggi ci accoglie. Giriamo a sinistra in direzione rifugio Vualt. Il sentiero è gradevole, mai troppo ripido e dopo aver attraversato il Rio dei Claps arriviamo al Rifugio.
Troviamo , rispetto alle precedenti visite, il rifugio molto sguarnito: il camino sul lato nord del rifugio è spezzato. All’interno la bellissima stufa in mattoni non c’è più. Non presente legna per il fuoco chiaramente visto la mancanza della stufa. Davvero un dispiacere trovare questo magnifico posto così mal governato.
Stanchi torniamo al parcheggio seguendo la comoda pista forestale che in circa 2 km ci riporterà alla nostra
auto. Lunghezza totale dell’anello KM 12.6 Dislivello 750 mt.
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distanza
durata
Vel. media
n. punti
distanza punti
10.7 km
04:26:44
2.4 km/h
526
20.37 m
dislivello
minima
massima
salita
discesa
670 m
1020 m
1690 m
670 m
647 m
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