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18-03-2018 – Monte Puselie o Posselie da Amaro
Entrati ad Amaro si cerca via Città di Alba, che si trova verso la fine del paese verso Tarvisio, ed è la strada che porta alla forca del Cristo, la si segue fino a quando si trova sulla sinistra un grande e nuovissimo parcheggio (316 metri – coordinate GPS 46.378096, 13.091938), questo parcheggio è appena stato costruito e non si vede nella foto di Street view in fondo a questa pagina.
Noi, non sapendo di questa novità, abbiamo posteggiato in uno spiazzo alcune centinaia di metri prima. L’escursione inizia seguendo la strada asfaltata, in leggera salita, arrivati nei pressi di un ponte, vediamo a destra un ometto e un’evidente traccia, questa la useremo al ritorno, noi proseguiamo ancora lungo la strada fino al ponte successivo sul rio Touf, qui, a destra, c’è una strada sterrata che seguiamo, questa termina poco dopo, davanti alla presa dell’acquedotto, qui un evidente traccia sale sulla destra, è questa la nostra via, si inizia subito a salire.
Ci si addentra in un vallone, camminando in mezzo a fioriture di primule, anemoni e bucaneve, più in alto ellebori e i primi crocus, fino alla selletta di Cjastielut (700 metri), poi si traversa lungamente verso sud in leggera discesa e si supera la deviazione che prenderemo al ritorno, si riprende a salire leggermente, superando tratti stretti ed esposti, e si raggiunge il vasto pianoro prativo del monte Cjastel Grant (773 metri).
Da qui si inizia a fare sul serio, la traccia è poco evidente sulla radura erbosa, puntiamo a salire tenendoci sul margine destro e ritroviamo la traccia appena rientrati nel bosco, da quota 800 in poi la salita si fa molto ripida e malagevole essendo il terreno bagnato. Man mano che si sale inizia la prima neve che non facilita la salita, mentre il timido sole scioglie quella che è rimasta sui rami e sembra che stia piovendo, non vediamo l’ora di arrivare in cima.
Finalmente siamo in vista della cima e il panorama inizia ad aprirsi sul selvaggio versante sud-est dell’Amariana, coperta da nubi, in breve siamo sulla cresta del Puselie (1046 metri), la seguiamo brevemente verso sud, dove la mancanza di vegetazione alta ci permette di vedere un bellissimo panorama verso sud, con al centro il monte Festa ed il San Simeone e sotto il nodo autostradale di Amaro con i paesini del circondario.
Sosta d’obbligo e poi valutiamo il da farsi, l’idea era quella di fare un anello, quindi dovevamo proseguire lungo la cresta per poi scendere verso nord-est, ma la ripidezza del primo tratto, la non visibilità della traccia coperta dalla neve e la valutazione che, su questo misto di neve, fango e foglie, neanche i ramponcini ci davano la dovuta sicurezza, abbiamo saggiamente deciso di ritornare indietro dal percorso di salita, rimandando l’anello ad altra data.
Si inizia a scendere con cautela, visto la ripidità del tracciato, con l’aiuto dei ramponcini, sulla radura del Cjastel Grant siamo scesi verso destra in un punto aperto per ammirare di nuovo il panorama verso Amaro. Riguadagnato di nuovo il sentiero, a quota 680 metri, abbiamo preso la deviazione a sinistra che scende su buon sentiero attraverso il vallone “des Cjalcines”, prima su lunghi tornanti nel bosco a filo dello strapiombo, poi ripidamente tramite tornantini e bellissime gradinate di roccia.
Si raggiunge così in breve la strada asfaltata che seguiremo a sinistra ed in pochi minuti siamo al parcheggio. Tutti i sentieri di questa zona sono tracce di passaggio di cacciatori, senza alcun segnavia se non qualche raro ometto, sono a tratti molto ripidi ed esposti, meglio percorrerli con terreno asciutto.
La mappatura di queste tracce e la loro manutenzione e curata soprattutto da un appassionato della zona, Daniele Moroldo, conosciuto proprio ieri mentre saliva il Puselie di corsa, quindi un grazie di cuore per la sua importante opera, nel link seguente potete trovare una descrizione di questi sentieri, entrate e poi cliccate su “Download”: Da-200-a-2000-metri-con-il-cai-di-tolmezzo
Sviluppo totale 6 Km. - dislivello totale 840 metri – tempo di movimento, escluse tutte le soste ore 1 e 30 minuti – quota minima 316 metri, massima 1046
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Fotografie e Itinerario di Silvano Bertolini
distanza
durata
Vel. media
n. punti
distanza punti
6 km
n/a
n/a km/h
446
13.4 m
dislivello
minima
massima
salita
discesa
705 m
335 m
1040 m
837 m
837 m
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Monte Puselie | |
Giovedì, 20 Gennaio 2022 19:54 1.42 MB 5 |
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Monte Puselie | |
Lunedì, 19 Marzo 2018 22:08 47.59 KB 4 |
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Monte Puselie | |
Lunedì, 19 Marzo 2018 22:09 15.58 KB 5 |
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Monte Puselie | |
Lunedì, 19 Marzo 2018 22:09 4.53 KB 4 |
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Commenti
Bollinatura di questo tipo di percorsi: sono contrario! Addomesticarli troppo significherebbe snaturarli. Nell'alpinismo esistono itinerari facili o difficili, abbondantemente chiodati e sicuri oppure privi di ancoraggi sicuri e su cui una caduta può risultare estremamente pericolosa; la roccia può essere ottima oppure mediocre, la "lettura" del percorso può essere semplice e logica oppure complessa... In escursionismo la faccenda non differisce più di tanto. Alcuni praticano percorsi agevoli e sicuri, altri preferiscono ravanare su tracce incerte, a volte perdersi e ritrovarsi ed altre ancora rientrare a casa con le pive nel sacco. Io appartengo a questi ultimi. Tornare a casa scornato, prepararsi meglio e ritentare mi affascina. Per questo motivo ritengo giusto che le guide alpinistiche ed escursionistiche riportino ogni tipologia di itinerario, per tutti i palati, fini o grossolani che siano. Purtroppo nessuna guida è esente da errori: speriamo che quella di cui stiamo parlando ne abbia pochi. Le note generali e la difficoltà però sono corrette: EE significa escursionisti esperti, traccia poco visibile significa possibilità di incasinarsi. Troppe persone non sono capaci di informarsi adeguatamente, non studiano i percorsi, sono incapaci di leggere ed orientarsi con una cartina. Troppo spesso mi capita di recuperare persone incapaci di muoversi su terreno impervio, capitate lì perchè pensavano di trovare qualcosa di diverso... Quindi, concludendo, è bello poter segliere tra varie tipologie di itinerari; se li addomestichiamo tutti è un peccato. Qualcuno non vorrebbe neanche pulirli o che ci andassero troppe persone, ma mi sembra un tantino eccessivo.... Marchiamo la traccia frequentandoli e, se non ci piacciono, andiamo tranquillamente altrove.
A proposito: se transitate per Amaro fatemi un fischio che, se non un giro assieme, almeno un buon bicchiere in compagnia ce lo beviamo!
Noi escursionisti dobbiamo capire bene quali sono i nostri limiti ed imparare a scegliere i percorsi adatti a noi, oggi la tecnologia e le pubblicazioni di ogni tipo ti aiutano molto, per me l'escursione inizia con la ricerca del tracciato, la valutazione delle difficoltà, leggo più di una descrizione e se trovo scarico anche il GPX, se poi le difficoltà o il terreno in quel giorno, non consentono di proseguire, si torna indietro senza nessun problema. Capitato più volte di trovare escursionisti che mi chiedono "dove porta questo sentiero?", scusa, rispondo, tu sei qui e non sai dove vai?, per me è un comportamento assurdo ma succede anche questo. L'importante è ribadire e chiarire bene le difficoltà dei sentieri che vogliamo far conoscere senza tener conto delle nostre capacità, in modo che gli escursionisti interessati sappiamo di cosa stiamo parlando e riescano a valutare facilmente se sono alla loro portata o no, per capire questo però è fondamentale che ognuno di noi conosca bene le proprie capacità e i propri limiti. Daniele un giorno o l'altro, ad Amaro, ci troviamo di sicuro
Come ha detto Silvano, ad esclusione dei sentieri CAI e di pochi altri, i percorsi nel gruppo dell'Amariana in comune di Amaro sono spesso poco battuti (dai cacciatori nel periodo autunnale e da pochi altri) e di conseguenza ridotti a tracce. A volte pochi rametti spezzati o tagliati indicano la giusta via. Alcuni sono stati inseriti nella guida del CAI Tomezzo in quanto ritenuti meritevoli di essere conosciuti.Si tratta di una scelta puramente soggettiva. Sono tutti classificati EE che significa escursionisti esperti. Sulla cartografia OSM sono classificati T3 (ovvero sentieri impegnativi con segnavia assente o comunque spesso poco visibile). Sul PC o sui gps della Garmin, posizionando la freccia sul sentiero appare la difficoltà, cosa molto utile non sfruttabile però coi cellulari dove i sentieri appaiono tutti uguali. Questi sentieri o tracce sono quindi riservati ad escursionisti che sanno leggere una mappa ed orientarsi con questa; il gps è molto utile per non allontanarsi dal percorso ma è essenziale saper osservare ed interpretare quello che si vede realmente sul terreno. Con la frequentazione e la pulizia alcuni tracciati diventano più visibili. Dopo che ci siamo visti ho pulito il tracciato da Enfre Cjastiei fino a tutta la cresta del monte Puselie. Mi manca il tratto di Punta Zornada che intendo pulire a breve. Ciò nonostante questo percorso rimarrà sempre EE o T3. Ci son stato a correre anche ieri e l'unico problema sono state le zecche... Anche nell'escursionismo, come in alpinismo, bisogna scegliere i tracciati alla nostra portata.
Nell'augurare a tutti buone escursioni, invito a mettere nello zaino un piccolo paio di cesoie: un rametto qua ed un rametto là e si contribuisce a rendere il sentiero più visibile e pulito.
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