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08-04-2018 – Anello del monte Mia da Stupizza
Arrivati a Cividale si prosegue verso la Slovenia e si passano i paesi di Sanguarzo, San Pietro al Natisone e Pulfero, giungendo così a Stupizza, subito dopo le prime case si gira a sinistra e si prende una stradina sterrata, verso destra, che conduce dopo poche decine di metri in un comodo parcheggio vicino al Natisone (198 metri – coordinate GPS 46.20142, 13.47006).
Il nostro itinerario inizia attraversando il ponte sul Natisone, che vediamo poco lontano dal parcheggio, appena attraversato ci troviamo di fronte ad una biforcazione, noi andremo a destra seguendo il sentiero denominato “Sentiero Naturalistico Pradolino Monte Mia”, segnavia CAI 754, numero che ci accompagnerà per l’intero anello. Si cammina lungo una larga mulattiera in falsopiano che, prima costeggia per un breve tratto il Natisone, poi entra nel bosco attraversando due ponticelli e alcuni guadi oggi asciutti, dopo il guado più grande, in corrispondenza dell’uscita dalla Gola del Pradolinio, si inizia a salire decisamente tramite gradoni di roccia.
Il bosco che attraversiamo è spettacolare, alberi e sassi sono ricoperti di muschio e le fioriture primaverili ci accompagnano cambiando continuamente, terminate le gradinate di roccia, la mulattiera si fa più pianeggiante e raggiunge i resti del villaggio di Pradolino (433 metri). Qui c’è un bivio, noi saliamo a destra, l’altro sentiero lo useremo al ritorno, continuiamo a salire lungo bellissime scalinate di roccia e poi, per sentiero normale, risaliamo le pendici del monte Mia fino a raggiungere il bellissimo ripiano di casera Monte Mia (970 metri), un ricovero ben ristrutturato ma non sempre aperto.
Proseguiamo sulla destra della casera entrando in un’abetaia per poi sfiorare la strada forestale e quindi proseguire, sempre a destra, in salita, lungo una bellissima faggeta sempre più disseminata di grossi massi e di vere e proprie città di sassi, in mezzo ai quali il sentiero, con i segnavia rifatti di poco, si destreggia fino a condurci sulla cresta dove si trova la cima (1237 metri).
La cima del monte Mia è panoramica solo da sud-est a sud-ovest, a nord c’è la vegetazione, ma questo basta per avere una bella vista sul Matajur, sulle colline a sud e, foschia permettendo, fino al mare, la torre dei cantieri di Monfalcone si vede ad occhio nudo. Sosta d’obbligo e poi inizia il ritorno che, fino alla casera, segue lo stesso percorso dell’andata, ma giunti lì si segue ora il sentiero che prosegue a sinistra rispetto a quello di salita, lungo una strada appena risistemata, in falsopiano, fino al termine della strada stessa, sempre accompagnati da segnavia appena rifatti.
Al termine della strada, il sentiero prosegue dritto nella faggeta e si inizia a scendere, prima tranquillamente, poi sempre più rapidamente, si inizia ad intravedere i danni causati dal maltempo dell’estate scorsa, tantissimi alberi sradicati erano di traverso sul sentiero, ma gli angeli dei sentieri hanno provveduto a tagliarli e spostarli, è rimasto solo un grande faggio intero che blocca il passaggio, ma si supera tenendosi in alto e ridiscendendo sul sentiero più avanti.
Man mano che si scende il bosco cambia e i danni sono sempre più evidenti e aumenta la ripidità del sentiero e anche la scivolosità, specialmente se bagnato, l’ultimo tratto prima della Bocchetta di Pradolino è molto ripido e si svolge su innumerevoli tornantini che meritano particolare attenzione. Arrivati alla Bocchetta di Pradolino (491 metri, confine di stato), prendiamo a sinistra e, su un bellissimo e largo sentiero, in falsopiano, incassato tra le ripidi pareti del monte Mia a sx e del Vogu e dx ritorniamo al bivio preso stamattina, da li ritorniamo al punto di partenza per la stessa via dell’andata.
L’escursione si svolge in un ambiente di una bellezza e varietà uniche, dall’inizio alla fine, questo appaga abbondantemente della mancanza di un panorama eccezionale dalla cima, si sconsiglia di farlo dopo abbondanti piogge, i guadi all’inizio saranno pieni d’acqua ed è impossibile attraversarli, capitato a noi l’anno scorso, se bagnato mettere in preventivo di fare l’anello in senso orario (esattamente all’incontrario di questa descrizione) per evitare la parte più ripida in discesa. Sviluppo totale 13,4 Km. circa – dislivello totale 1210 metri circa – tempo di movimento, escluse tutte le soste 4 ore circa – quota minima 198 metri, massima 1237.
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Fotografie e Itinerario di Silvano Bertolini
distanza
durata
Vel. media
n. punti
distanza punti
13.4 km
n/a
n/a km/h
303
44.33 m
dislivello
minima
massima
salita
discesa
1045 m
197 m
1242 m
1212 m
1212 m
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Mercoledì, 19 Gennaio 2022 22:01 212.37 KB 15 |
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Commenti
Dalla lettura dell’agendina posta dietro al crocifisso accanto all’ingresso della casera, deduco una discreta frequentazione anche nei mesi invernali in ambiente innevato. Sicuramente il taccuino è stato messo fuori, perché l’accesso all’edificio potrebbe essere occluso dalla neve. Mi chiedo come si possa salire fin qui con la neve, dato che il sentiero non mi sembra abbordabile a livello escursionistico con il manto bianco. La risposta arriva presto, quando ci accorgiamo dell’esistenza di una pista forestale proveniente dalla Slovenia, prolungata fino in casera per permettere i lavori di ristrutturazione. Una nuova idea da verificare nella stagione fredda!
Confermo la ripidezza e quindi la massima attenzione da prestare nel tratto di discesa alla Gola di Pradolino, dove dopo un sentiero normale non ci si aspetta una calata a picco del genere!
Silvano nella sua descrizione ha reso bene l’idea del percorso, appagante nonostante l’onnipresente bosco per il suo fascino tutto particolare fatto di umidità, muschio, alberi secolari dalle forme contorte, massi, ruderi, ma anche fiori e soprattutto la Valle di Pradolino è un’area wilderness di inestimabile valore naturalistico che lascia a bocca aperta!
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