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01-07-2018 – Monti Starhand e Sagran dalla val Uque
Si deve raggiungere la località di Ugovizza, arrivati lì seguiamo la strada che costeggia il torrente Uqua e che sale lungo la valle di Ugovizza o val Uque, per non sbagliare seguiamo le indicazioni per il rifugio Nordio, presenti fin dal paese. Proseguiamo per la strada principale, lasciando a destra e a sinistra tutte le deviazioni per le altre mete, fino a quando la strada asfaltata termina in un comodo parcheggio dove lasceremo l’auto (1210 metri – coordinate GPS 46.5497, 13.4815 – per capirci dove sorgeva il vecchio rifugio Nordio).
La nostra escursione inizia lungo la strada sterrata di servizio del rifugio Nordio, che abbandoneremo dopo la prima curva per seguire a sinistra il sentiero più diretto che ritornerà sulla strada stessa ormai a poche centinaia di metri dal rifugio stesso che raggiungeremo in breve. Lasciamo il rifugio alla nostra destra e proseguiamo diritti verso sella di Lom (1499 metri), che raggiungiamo in breve, posto molto bello che merita una sosta, da lì ci teniamo a sinistra e seguiamo il sentiero 403, per strada sterrata che sale dolcemente, fino a quando troveremo, a sinistra, la continuazione del nostro sentiero che abbandona la strada, segnavia CAI appena rifatti.
Si sale più rapidamente, per buon sentiero, lungo le pendici dello Starhand, entrando nel bosco e intersecando più volte una strada sterrata che attraverseremo per continuare dalla parte opposta fino a quando, usciti dal bosco definitivamente, a quota 1800 metri circa, inizieremo a vedere la nostra prima cima e anche la seconda. Si sale dolcemente ancora per una cinquantina di metri e si raggiunge il crinale che unisce i due monti che raggiungeremo oggi, per raggiungere lo Starhand, seguiamo il crinale stesso in falsopiano verso destra fino a portarci sotto le rocce sommitali, a questo punto si svolta ancora a destra, si passa sotto una parete rocciosa e si inizia a salire decisamente ma brevemente fino a raggiungerne la cima (1968 metri).
Panorama a dir poco eccezionale per questa cima, poco conosciuta e poco frequentata, specialmente sulla valle del Gail e sulle cime circostanti, sosta d’obbligo per poi riprendere il cammino ancora lungo, scendiamo quindi lungo lo stesso tragitto di salita fino a raggiungere il crinale che seguiremo a ritroso. Ritornati al punto dove il sentiero di salita si incrociava con il crinale, lasceremo questo alla nostra sinistra e continueremo lungo il crinale stesso, per traccia non segnata ma visibile e quasi obbligatoria che, salendo diritta in mezzo ai rododendri, ci porterà sulla cresta del Sagran, seguiamo la cresta verso ovest ed in pochi minuti raggiungeremo la seconda cima (1922 metri).
Meno panoramica della precedente ma sempre molto bella, quindi altra sosta, poi ci studiamo il percorso di discesa dato che è anche questo su traccia non segnata, dalla cima, guardando verso nord-ovest, vediamo la nostra via, si tratta di scendere lungo una striscia prativa, in mezzo al bosco, quasi obbligatoria anche perché è la via meno ripida. Zaini in spalla e si parte, man mano che scendiamo lungo questa striscia, troviamo sempre più tracce di passaggi e, a tratti, il sentiero è ben visibile, i punti più difficoltosi sono quelli in mezzo al prato dove l’erba, anche se bassa, ha coperto la traccia, nulla di preoccupante, con un po di attenzione si riesce sempre a ritrovare la via, l’ultimo tratto, completamente dentro al bosco, è segnato con dei bolli rossi sugli abeti.
Arriviamo così alla forcella di Fontana Fredda (1693 metri), dove c’è un incrocio di strade sterrate, noi prenderemo la prima a sinistra iniziando così una lunga discesa su strada che, prima in piano, poi in ripida discesa, a tratti cementata, proprio per la ripidezza ci porta verso l’osteria al Camoscio, passando in mezzo a casette ristrutturate che sembrano quelle delle fiabe. Ad un bivio con altre strade, teniamoci sempre a sinistra, lungo quella che sembra la strada principale, ancora ripide discese e raggiungiamo finalmente l’osteria al Camoscio (1136 metri), posta sulla strada della val Uque, non ci resta che ripercorrere la strada asfaltata in salita, verso sinistra, che dopo meno di un chilometro ci riporterà al parcheggio.
Sentiero molto bello e poco frequentato, mai troppo difficile o troppo ripido, in mezzo a fioriture eccezionali a tutte le quote e con bellissimi panorami, si richiede soltanto di sapersi destreggiare su tracce non segnate ma abbastanza visibili e intuitive, un po noiosa la lunga discesa per strada, per evitarla, dalla cima del Sagran, basta ritornare indietro per la via di salita. Sviluppo totale 11,56 Km. - dislivello totale 925 metri circa – tempo di movimento, escluse tutte le soste, 3 ore e 25 minuti – quota minima 1130 metri, massima 1968
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Fotografie e Itinerario di Silvano Bertolini
distanza
durata
Vel. media
n. punti
distanza punti
11.5 km
n/a
n/a km/h
217
53 m
dislivello
minima
massima
salita
discesa
824 m
1136 m
1960 m
923 m
923 m
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Lunedì, 17 Gennaio 2022 20:01 467.11 KB 6 |
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