Sul Matajur d'inverno

Difficoltà Tecnica:
Difficoltà Fisica:
Pendenza Media:
Dislivello Totale:
Lunghezza:
CinF:
58%

Valutazione attuale: 5 / 5

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Author: PAOLO

Area: Montemaggiore Difficoltà: Medio Difficile
Provincia: UD Cjaspolata: SI
gpx - kml - kmz
(Scarica la rotta GPS)
Lunghezza15.4 km
Dislivello873 m
Salita1188 mAlt. massima1629 m
Discesa1189 mAlt. minima756 m
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L'inizio dell'itinerario parte da Masseris, si raggiunge da Cividale in direzione Savogna passando per Azzida, superato Savogna teniamo la destra verso Cepletischis, poco prima dell'abitato il bivio su un tornante che seguiamo a sinistra e ci porta a Masseris.

Non avevo mai organizzato un'escursione invernale in montagna e mi guardavo bene dal scegliere destinazioni a rischio slavine date le alte temperature di fine febbraio.

Eppure forte era il desiderio di evasione, di contatto con la natura, di rimettere in moto il corpo, di visitare luoghi incantevoli in Friuli fuori dal Pordenonese, magari verso esotiche destinazioni di confine pregne di una cultura che trasuda dai nomi stessi dei paesini attraversati e delle alture circostanti, meglio ancora se non soggette ad affollamento asfissiante, ma visitate da pochi ammirati escursionisti come noi.

Beh, il Matajur che pur è meta nota, ci ha sorpresi e ha superato le nostre aspettative. Il tracciato che proponiamo è abbastanza ben segnalato (anche se in alcuni punti la traccia GPS è di grande aiuto), tecnicamente facile, abbastanza faticoso lungo e d’inverno per la presenza di neve, fattibile anche con scarponcini se impermeabili e non particolarmente trafficato nella domenica in cui l'abbiamo percorso, quantomeno per la prima metà dell’andata e la seconda del ritorno.

I percorsi da e per il Matajur sono diversi nella zona, molte sono le varianti possibili. Quella che proponiamo qui consiste nel seguire il sentiero 736A da Masseris (o Maseris in alcuni cartelli) di Savogna che poi diventa 736 fino al Matajur e da lì ridiscendere lungo un'altra via per completare un anello.

Per la prima metà del tragitto di andata ci siamo inspirati ad un altro itinerario pubblicato nel sito https://camminateinfriuli.altervista.org/cjaspolate/596-escursione-in-val-paluoga-da-masseris-di-savogna.html. L'idea originaria era di seguire un sentiero nel bosco anche al ritorno, ma a causa di un errato imbocco, ci siamo ritrovati su un sentiero sbagliato.

Una volta ritornati sui nostri passi abbiamo preferito, data l'ora tarda, chiudere l'anello seguendo la strada asfaltata piuttosto che entrare nel bosco.

Ma andiamo con ordine. Per raggiungere Masseris bisogna salire un po' di tornanti da Savogna e parcheggiare vicino alla chiesa del paese. Da lì si può già ammirare la pianura fino al mare Adriatico, preludio della più ampia e maestosa visuale che si avrà dalla cima del Matajur.

Attraversando la strada si inizia il percorso ben segnalato dal cartello con la scritta “Laghetto”, il primo tratto di percorso si svolge tra un bosco che probabilmente è di recente formazione data la presenza di noccioli, conifere e arbusti.

Si notano muretti a secco e i ruderi di, forse, qualche ricovero per i pascoli di un tempo, almeno così abbiamo voluto immaginare l'ambiente è fiabesco, il terreno asciutto e compatto senza particolari criticità, ma la pendenza non delle più blande.

Il sentiero nel bosco non lascia adito ad errori di percorso finché si giunge ad una strada forestale che presenta un bivio, i cartelli ben segnalano che andando a sinistra si prosegue verso il Matajur, andando diritti si possono raggiungere i laghetti della Val Polaga.

La seconda opzione allunga il percorso per raggiungere la cima, ma è una deviazione assolutamente consigliata in quanto porta, attraverso amene faggete, alle cristalline acque dei laghetti incastonati incantevolmente tra le nevi circostanti.

Inoltre, la deviazione verso i laghetti porta in seguito alla storica strada di Rommel che in generale sembra essere poco percorsa d’inverno, dato che per lunghi tratti siamo stati soli nel nostro cammino.

Ora una digressione sulla copertura nevosa del terreno. A partire dal bivio menzionato sopra si incontra neve, la quale caratterizzerà tutto l’escursione fino a metà della discesa, fino all’incirca a mezzogiorno il manto risultava compatto e crostoso, in alcuni punti ghiacciato.

Con gli scarponcini da montagna si riusciva comunque a cavarsela, anche se dei ramponcini sarebbero stati sicuramente d’aiuto. A partire da mezzogiorno invece la neve ha iniziato a sfaldarsi, soprattutto nella parte di tracciato che si svolge sui pendii del Matajur i quali sono direttamente esposti al sole, rendendo facile sprofondare sia in salita che, soprattutto, in discesa.

Essendo stati i pendii del monte battuti da altri escursionisti non era un problema percorrerli con gli scarponcini, (anzi, non abbiamo visto alcuno con ulteriore attrezzatura) ma se non impermeabili, la giornata sarebbe terminata in acqua. Le ciaspole sarebbero state un ottimo aiuto in quel tratto.

Ritornando ai laghetti, da essi il percorso si fa meno chiaro da seguire, sono presenti dei paletti rosso e bianchi ogni tanto, ma con la neve non è chiaro quale sia il sentiero nel bosco, ad ogni modo con la traccia GPS (che noi avevamo ricavato online) si è sicuri di non sbagliare.

Il tracciato si fa nuovamente chiaro quando si raggiunge il confine con la Slovenia che si trova su una strada forestale ed è delimitato da un piccolo cancello e del fino spinato, nel nostro caso era sommerso quasi completamente dalla neve e allora fare un saluto dalla Slovenia non è costato nulla.

Da questo punto si segue sempre la strada forestale senza possibilità di sbagliare, grazie anche alla presenza di cartelli lungo il percorso, fino ad uscire gradualmente dal bosco e raggiungere la cima del Matajur camminando lungo il suo pendio.

Ad un certo punto un cartello indica una deviazione tramite la quale, forse, sarebbe possibile allungare il percorso con una deviazione in Slovenia, ma per stanchezza e insicurezza abbiamo preferito rimanere nel sentiero prefissato. Inoltre un interessante cartellone rievoca mappe e fatti della prima guerra mondiale legati al luogo ed, in particolare, alla Battaglia di Caporetto.

La cima e il paesaggio a 360° che si vede da essa non necessitano di commenti, provare per credere.

Ridiscendere dall’ampia vetta del Matajur richiede di passare dal Rifugio Pelizzo che si vede dalla cima stessa, senza confonderlo con il rifugio sloveno (Dom Na Matajure) non molto distante dalla vetta.

Per scendere si trovano orme sulla neve che spaziano un po’ su tutto il crinale e noi stessi ci siamo divertiti a seguire un percorso non rettilineo. La pendenza non è indifferente ed è facile in alcuni punti affondare nella neve fino al ginocchio, ma, come già detto, fattibile anche con scarponi se impermeabili.

Raggiunto il rifugio Pelizzo e il vicino osservatorio si può ritornare a Masseris seguendo la strada asfaltata, che per un tratto risultava coperta di neve, come abbiamo fatto noi, in alternativa, si può seguire un sentiero nel bosco segnalato da alcune mappe (come OpenStreetMap), nostra iniziale intenzione, che dovrebbe avere imbocco qualche tornante più sotto del rifugio Pelizzo.

Attenzione però a non imboccare, come fatto erroneamente da noi e visibile nella nostra traccia GPS, il sentiero che diparte verso nord-est immediamente alla base dell’osservatorio (primo tornante della strada) indicato da un cartello con la scritta “Bivio sentiero 736”.

Esso porta a riprendere quota fino a raggiungere il percorso d’andata e in definitiva richiederebbe troppo tempo per rientrare a Masseris.

Il rientro lungo la strada asfaltata è comunque piacevole perché permette di mantenere in diversi tratti la visuale sulla pianura e in altri di osservare le caratteristiche topografiche e urbane dei paesini attraversati.

Alla fine il giro si è rivelato più lungo del previsto (anche per la presenza di neve), ma ben ripagato dal paesaggio durante tutto il percorso, dalla visuale mozzafiato a 360° della vetta (di cui le foto non rendono degna testimonianza) e dagli inserti storici. Ultimo appunto, occhiali da sole o almeno un cappellino sono fortemente consigliati per la forte luminosità dovuta alla neve nelle giornate soleggiate. Tempo medio Itinerario cjaspolata: 6:30

 

Se avete aggiornamenti o altre informazioni scrivete nei commenti in fondo alla pagina 

 

 

distanza durata Vel. media n. punti distanza punti
15.4 km n/a n/a km/h 1097 14.02 m
dislivello minima massima salita discesa
873 m 756 m 1629 m 1188 m 1189 m

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pdf.png Monte PalaSul Matajur d'inverno
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Data Venerdì, 04 Marzo 2022 19:55 Dimensioni del File 161.98 KB Download 4
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kml.jpg Sul Matajur d'inverno
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Data Lunedì, 08 Marzo 2021 21:57 Dimensioni del File 31.11 KB Download 1
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